A un certo punto guardando la scena intorno, a qualcuno è venuto da piangere. A ben vedere, la grossa differenza rispetto alle prime due edizioni è stato fermarsi in mezzo agli uomini e le donne che dal terremoto hanno ricevuto danni concreti. Lo scorso anno, l’attraversamento di Torrita e le sue macerie avevano lasciato intuire la malinconia e la solitudine delle persone che aspettavano il nostro passaggio. Era stato un sentire fugace, durato il tempo di sparire oltre la curva alla fine del paese. Quest’anno invece, con il ristoro a Montegallo, abbiamo ricevuto l’abbraccio della poca gente rimasta lassù e portato loro il nostro. Siamo arrivati per fargli sentire che eravamo lassù per loro. In fondo #NoiConVoi è nato per questo e non per un gioco di parole. Così se andrà avanti, sarà proprio per stabilire quel contatto che rende umane le notizie e fa capire che non sempre le narrazioni di stampa rispondono assolutamente al vero.
La verità è che a un certo punto è parso che non importasse più nulla a nessuno. A quattro giorni dal via non eravamo ancora a 200 iscritti e le motivazioni nello spingere, inventare, costruire e proporre iniziavano ad accartocciarsi in una sorta di rassegnazione: la chiudiamo qui, ma cerchiamo di portare a casa una giornata indimenticabile. Poi il grande cuore del gruppo ha reagito e nel giro di sabato e domenica i numeri sono cresciuti. Niente di paragonabile con i 700 della prima edizione, ma forse sarebbe stato ingeneroso aspettarselo, dato che #NoiConVoi2016 si svolse a due mesi dal terremoto del 24 agosto e i telegiornali martellavano con cronache di inviati dal centro del cratere. Il calo dello scorso anno, con circa 450 partecipanti, lo avevamo ricondotto al fatto che le scosse successive avevano messo in ginocchio altri territori e che solo aver dedicato #NoiConVoi2017 a Michele Scarponi avesse smosso l’emotività e convinto qualcuno in più ad aderire.
Quest’anno non c’erano spinte emotive nuove, quelle che smuovono gli italiani e poi si spengono. Nessuna nuova scossa e nessun amico da ricordare. Chi è venuto a #NoiConVoi2018 lo ha fatto per andare lassù e dare fisicamente il suo abbraccio. Uomini e donne cha hanno voluto esserci, convinti dall’obiettivo e dal messaggio. Tutti coloro che si sono presentati in piazza Ventidio Basso sono stati spinti dalla voglia di dare una testimonianza e questo ha fatto di loro un gruppo particolare di bella gente. Senza necessariamente il traino dei campioni, che per varie vicende sono stati assai meno che in passato. Un forte abbraccio va a quei pochi che ci hanno creduto: Salvatore Puccio e Davide Cassani, Marina Romoli e Marta Bastianelli, Yuri Chechi, Luca Paolini e Cristian Salvato, Riccardo Stacchiotti e Michele Coppolillo, Roberto De Patre e Francesco Lasca, Roberto Damiani e Roberto Maggioni. Un abbraccio ancora più forte va a Giacomo Scarponi, perché ogni volta deve essere come sentirsi girare il coltello nella piaga, e alla famiglia Pantani.
Siamo stati meno dello scorso anno, ma a questo punto, leggendo nei loro occhi e nelle parole, siamo stati quelli giusti e forse da questa base si può pensare che ci sarà un #NoiConVoi2019. Partiremo, raggiungeremo un punto e lì ci fermeremo per conoscere uomini e donne. E forse dovremo ragionare anche sugli obiettivi da perseguire, immaginandone non più tre distinti, ma uno solo, importante, cui devolvere il bottino pieno.
Siamo partiti in 313, alcune donazioni (più o meno importanti) sono arrivate anche da chi non ha pedalato, per cui per stabilire l’importo raccolto dovremo aspettare di incontrare il notaio Calvelli intorno alla fine del mese. Poi, come da collaudata tradizione, effettueremo i bonifici per la costruzione della tettoia di Montegallo, per l’Associazione “IoNonCrollo” e per la Fondazione Michele Scarponi.
La squadra di #NoiConVoi2018 ha dimostrato di aver lavorato bene, a partire da chi ha messo a disposizione ingredienti e prodotti e chi ci ha messo il lavoro. Adesso tireremo un po’ il fiato e intanto vi lasciamo con le immagini scattate da Luigi Sestili. Questo 21 ottobre in qualche modo ha scavato un solco davvero profondo…